l colombiano arriva tutto solo e aumenta il vantaggio in classifica Dietro c'è Bardet, Caruso è terzo e diventa secondo nella generale.

Rimarrà un’immagine che andrà ad arricchire l’album dei ricordi più belli raccolti nel grande romanzo rosa: Egan Bernal che, come Fausto Coppi nel 1948, a Cortina arriva da solo, e poco prima del traguardo sotto il campanile in Corso Italia si toglie la mantellina per mostrare la maglia rosa, è qualcosa da tramandare ai posteri. Perché se vero che a rendere grandi le corse sono i grandi corridori, è altrettanto vero il contrario: ecco allora un bel gesto per onorare il Giro e la sua tappa regina che, sebbene mozzata delle ascese al Fedaia e al Pordoi, ha regalato spettacolo in una di quelle giornate da tregenda che ascrivono il ciclismo alle pagine dell’epica: «Questa è una grande vittoria, vincere in maglia rosa è speciale. Anche per questo mi sono levato la mantellina nel finale per mostrare questa maglia sul traguardo» ha spiegato l’airone colombiano al traguardo di un Giro sempre più suo.

 E la gente radunatasi sotto la pioggia in Corso Italia lo ha atteso per rendergli il giusto tributo. Come lo ha reso a tutti gli altri, perché oltre a Bernal, per una volta hanno vinto tutti: le Tofane incappucciate nelle nubi, acqua a secchiate, freddo; condizioni da girone infernale dantesco che da sempre alimentano il mito di uno sport che nella sofferenza ha il suo elemento vitale. Condizioni tuttavia, che pongono la questione della sicurezza in cima alla lista: di qui la decisione della direzione di corsa di accorciare la tappa da 212 a 153 chilometri: «Il nostro primo obiettivo è quello di portare in sicurezza i corridori a Milano», la spiegazione del direttore del Giro Mauro Vegni.

Una tappa che segna anche un rilancio, un'uscita dal buio di un lungo inverno di scontento, verso la luce che si comincia finalmente a rivedere. E un'operazione di rilancio in grande stile pure per Cortina, che dopo i mondiali di sci dello scorso febbraio marcia verso il grande appuntamento del 2026: «Dopo anni, il Giro d' Italia torna a Cortina; noi non siamo solo sci, ma anche ciclismo: ed è questa la strada che ci porta ai giochi del 2026 - commenta il sindaco -. Gli impianti hanno riaperto, e il Giro ci dà forza ed energia per l'imminente stagione estiva; peccato per il maltempo, ma la tappa ha offerto comunque un grande spettacolo sul Giau, nuova Cima Coppi. 

È stato coinvolto un territorio che ha grande necessità di ripartire; la stagione estiva è alle porte, lo scorso anno fece registrare il tutto esaurito; è una di quelle giornate che segnano il rilancio della montagna. Il Veneto è una terra di grande passione per il ciclismo, grandi eventi sportivi sono una fantastica promozione per il suo territorio, un segnale di rinascita in un momento come questo».

 

Parole condivise in pieno dal presidente dell'Associazioni Albergatori di Cortina, Roberta Alverà: «La tappa del Giro d' Italia è l’occasione per cominciare a riaprire le nostre strutture; la stagione parte ufficialmente ai primi di giugno, quando la ristorazione potrà aprire gli spazi interni. Stanno intanto arrivando le prime richieste per luglio e agosto, soprattutto dall' Italia. Aspettiamo l'arrivo degli ospiti stranieri per trascinare la stagione fino a settembre e ottobre. La montagna d' estate offre spazi aperti e distanziamento naturale, condizioni ideali per una vacanza in sicurezza in luoghi meravigliosi».

 La montagna riparte; e a spingerla ieri a Cortina D'Ampezzo è stato il rosa del Giro, da sempre il romanzo popolare più amato dagli italiani.

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