Nato a Cortina d’Ampezzo, membro dello storico gruppo degli Scoiattoli, Lacedelli è stato il primo a raggiungere la vetta del Karakorum 2, insieme ad Achille Compagnoni. Sono passati sessantasette anni da quell’impresa straordinaria, che testimonia la passione radicata dell’uomo per la montagna.

Era il 31 luglio del 1954 quando Cortina conquistava il K2, con Lino Lacedelli, primo scalatore – insieme ad Achille Compagnoni – a toccare la cima della seconda montagna più alta al mondo. Lacedelli era membro degli Scoiattoli, gruppo di arrampicatori non professionisti nato nel 1939 a Cortina, e tuttora attivo nella sfida e alla scoperta delle meravigliose Dolomiti Unesco.   

 

Un’impresa straordinaria (soprattutto considerando i mezzi a disposizione ai tempi) che ancora oggi, a più di mezzo secolo di distanza, fa parlare di sé.  

 

A condividere quest’esperienza estrema della durata di circa due mesi, con Lacedelli e Compagnoni, una squadra di trenta persone (tra queste Walter Bonatti e Amir Mahdi, il cui contributo si è rivelato fondamentale per la riuscita dell’impresa) guidata da Ardito Desio e patrocinata dal Club Alpino Italiano, dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, dall’Istituto Geografico Militare e dallo Stato. 

 

La via che li ha condotti agli 8.611 metri di quota è lo “Sperone degli Abruzzi”, lungo il quale sono stati posti nove campi (i primi allestiti tra fine maggio e inizio giugno), oltre al campo base e al bivacco finale Bonatti-Mahdi.

 

«La spedizione sul K2 è stata un’impresa titanica, una storia affascinante che ci racconta tutta la passione dell’uomo per la montagna, per la sua bellezza ma anche i suoi lati “oscuri”. Ostacoli che diventano, nella salita, una sfida con se stessi.» commenta il sindaco di Cortina d’Ampezzo, Gianpietro Ghedina «Per Cortina è motivo di orgoglio che questa impresa sia legata anche al nome di un ampezzano, un membro degli storici Scoiattoli, un alpinista che è stato protagonista di numerose imprese in alta quota e ha tracciato vie di arrampicata originali e di elevata difficoltà, testimoniando il suo grande amore per le nostre Dolomiti e per tutte le montagne del mondo».

Torna al magazine