Uno dei prodotti delle campagne sanvitesi era il foraggio, senza il quale il paese non avrebbe potuto allevare tutto il bestiame di cui era in possesso. La fatica della fienagione, unica e sola grande ricchezza di un paese naturalmente povero, incominciava a maggio per finire a ottobre. Durante questi sei mesi i sanvitesi, andavano quasi tutti i giorni a fare fieno, alzandosi molto presto. 


Le fasce di prati da sfalcio di proprietà comune fra i "regolieri", dette i coloniei erano situati al di sopra delle proprietà private. I più vicini al paese distavano a due ore di cammino, i più lontani a tre, quattro ore. Venivano sorteggiati in una cerimonia pubblica, dopo la messa grande, il giorno della Madonna d'agosto. 

Tre erano le condizioni necessarie per fare una buona stagione foraggera: il tempo atmosferico, le strade e le sorgenti d'acqua. L'acqua occorreva ai prodotti dei campi, primo su tutti le patate; il sole per far essiccare il fieno. Le strade erano altrettanto importanti. Carrarecce che congiungevano il paese a tutte le zone. La loro manutenzione normale avveniva con il piodego, cioè lavoro gratuito da parte di tutti i cittadini. Veniva tolto il fango, rifatti i ponticelli, ripulite le scarpate, rimossi i sassi, i detriti. E' stata una tradizione fino a pochi anni fa e ogni tanto si ripropone, ma più raramente. I volontari (chi voleva, bambini e adulti) di San Vito si riunivano e pulivano le strade dai detriti. 

Dall'alba al tramonto era un via vai di carri trainati dalle vacche. Le carrarecce spesso incassate fra due alte scarpate non permettevano l'incrocio di due carri e per questo venivano predisposte le rie guoite, cioè carrarecce da usarsi esclusivamente per salire con il carro vuoto. Le carrarecce servivano d'estate anche ai turisti. 


Oggi, con la scusa che la fienagione interessa poco, queste strade non esistono quasi più. I metodi della fienagione ora si sono sviluppati e per quei pochi che ancora la praticano utilizzano macchine agricole all'avanguardia.